Granarolo BasketBasket Village

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Question Time: coach Francesco Calore

3 ottobre 2014

Presentiamo il campionato di Serie D a poche ore dall'esordio dei nostri ragazzi ponendo qualche domanda a coach Calore.

Nuova stagione, dopo la preparazione, le partite di Coppa e le amichevoli, cosa ti aspetti dal campionato?

Mi aspetto un gruppo di ragazzi che abbia la voglia di crescere insieme e di reagire di fronte alle difficoltà che troveremo nell'arco della stagione, come abbiamo fatto, quasi sempre al meglio, in questo "assaggio" di stagione. 
Una partenza così soddisfacente dal punto di vista dei risultati può essere senza dubbio un'arma a doppio taglio per una squadra giovane come la nostra, considerando che, come non manco di ricordare ai ragazzi, abbiamo ancora zero punti in classifica; al tempo stesso sono sicuro che se saremo capaci di conservare lo spirito che ci ha contraddistinto in questo mese, e maturare in tutti i particolari del gioco, non potremo che toglierci delle soddisfazioni insieme.
L'importante è avere chiari i nostri obiettivi: a fine anno dobbiamo vedere il miglioramento di tutti, calato in un contesto di squadra (possibilmente insieme al mantenimento della categoria)

Granarolo Basket Village, un progetto che si va a consolidare. Tu che nei sei pieno protagonista, quali sono le tue considerazioni?

È un progetto giovane, ambizioso e che richiede tanta motivazione ed impegno.
Giovane perché siamo partiti quasi da zero, modificando drasticamente le priorità e gli obiettivi della società rispetto alla precedente gestione.
Ambizioso perché far girare tutto attorno agli atleti delle giovanili e ai bambini del minibasket porta a vedere le cose in modo atipico; per questo si rischia di essere visti come dei marziani da addetti ai lavori, genitori ed altri, e non sempre è facile far condividere a tutti il proprio punto di vista. Ad esempio quest'anno abbiamo tutti i nostri Under 19 coinvolti in un campionato Senior, sia come allenamenti settimanali che come partita, il che vuol dire trainarli verso una continuità al termine del percorso giovanile. È un impegno che prendiamo nei loro confronti e al tempo stesso è difficile renderli partecipi del fatto che sia la scelta migliore per la loro crescita.

Il nostro sport vive un periodo particolare: la crisi di qualità dei campionati professionistici, le difficoltà anche nelle serie dilettantistiche e giovanili. Dal tuo punto di vista quali riforme e/o politiche realizzeresti?

Domanda alla quale non si può rispondere con precisione senza una dettagliata ed approfondita analisi (alla quale dovrebbe poi seguire la scrittura di un libro). Sicuramente si sta creando una linea di demarcazione tra campionati nazionali (fino alla Serie B) e campionati regionali (dalla C in giù), che non so quanto possa essere positiva per il movimento. Sicuramente per le società dal punto di vista economico è sempre meno una scelta conveniente investire sul proprio settore giovanile mentre lo deve essere dal punto di vista etico e di lavoro sul territorio, e in questo senso i parametri possono essere più uno specchietto per le allodole che altro, viste le difficoltà che ci sono nell'arco di un percorso di formazione degli atleti.
Inoltre, non è certo un problema della sola pallacanestro in Italia, se si fosse un pò più rigidi nell'applicazione di tutte le regole e dei paletti fissati, probabilmente ne gioverebbero tutte le società, non solo dal punto di vista economico. Penso alle retrocessioni che ormai sono un'utopia, agli obblighi di campionati giovanili e a tanto altro.


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