Granarolo BasketBasket Village

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Question Time: coach Gianni Trevisan

3 ottobre 2014

A poche ore dall'inizio del campionato non potevano mancare le opinioni del "prof" Gianni Trevisan.

Nuova stagione, dopo la preparazione, le partite di Coppa e le amichevoli, cosa ti aspetti dal campionato?

Un gruppo di "uomini", prima che di giocatori, come lo scorso anno ed una crescita continua per divertirci sudando e sacrificandoci per la squadra.

Granarolo Basket Village, un progetto che si va a consolidare. Tu che nei sei pieno protagonista, quali sono le tue considerazioni?

Se non condividessi gli obettivi primari (crescita sociale, fisica, tecnica ed umana degli atleti della società) non sarei qui dopo 10 anni; è uno stimolo in più vedere che quelli "che erano giovani" del nostro settore giovanile tre quatto anni fa ora sono dei veterani (di 22-23-24 anni!) della prima squadra e di seguito ce ne saranno tanti altri.

Il nostro sport vive un periodo particolare: la crisi di qualità dei campionati professionistici, le difficoltà anche nelle serie dilettantistiche e giovanili. Dal tuo punto di vista quali riforme e/o politiche realizzeresti?

La crisi economica naturalmente colpisce, e forse di più, le molte squadre "minori" che hanno difficoltà a reperire sponsorizzazioni e aiuti da privati o dagli enti comunali ma chi ha programmato da tempo, e puntato sul proprio settore giovanile, vive di meno queste difficoltà. Noi fortunatamente siamo una di queste realtà, anche se non mancano anche a noi i problemi. Dal punto di vista tecnico auspico un maggiore utilizzo degli italiani nei campionati di "eccellenza" (Serie A e Lega 2) ma purtroppo, se non cambiamo la regolamentazione delle leghe prima ancora di quelle federali, credo che con la legge Bosman ci sarà poco da fare; la volontà dev'essere comune per il benessere finale della nostra Nazionale, traino per tutto il nostro movimento, che non può permettersi di non partecipare alle finali di un campionato europeo (meno male che hanno allargato il numero delle partecipanti) o mondiale o partecipare una volta sì e quattro no ad una Olimpiade!
Per i campionati minori, vedi la nostra C Regionale, aumenterei il numero degli Under presenti tra i 10 (ora solo 2) obbligando così gli allenatori a far giocare anche i giovani che, spesso, vanno in panchina e ci restano senza mai alzare il sedere dalla panca.
Per i campionati giovanili mi auguro che anche noi allenatori lavoriamo più per la crescita degli atleti (sociale, fisica e tecnico/tattica) che non per la vittoria in più o in meno di una partita facendo notare alle società che, nel Settore Giovanile in particolare, la programmazione dev'essere fatta non di anno in anno ma poter valutare i tecnici e gli atleti in un periodo più lungo che non deve per forza passare solamente per il numero di vittorie conseguito da una squadra o da un allenatore.
Altre considerazioni sul nostro lavoro di allenatori ci chiederebbe troppo tempo e lascio ad un ulteriore, eventuale, altro incontro per parlarne.


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